| Ai fini della Brexit una corsa contro il tempo per rilocalizzare in Italia
Nell'attesa che Unione europea e Regno Unito stabiliscano i loro rapporti a seguito della volontà (manifestata con referendum consultivo) del Regno Unito stesso di uscire dall'Unione europea, appare opportuno valutare i costi e le complessità procedurali previste allo scopo di rilocalizzare le attività di fonte britannica in Italia.
Una delle ipotesi è quella di sfruttare le disposizioni del nuovo art. 166-bis del TUIR, introdotto nell'ordinamento dal DLgs. 147/2015, che permette il riconoscimento dei valori "correnti" dei beni appartenenti all'impresa che si trasferisce anche in assenza di una exit tax nello Stato di provenienza. Nel momento in cui la società "proviene" da Stati comunitari (tra i quali tuttora fa parte il Regno Unito), il riconoscimento dei valori correnti è automatico, e non subordinato ad apposite istanze all'Amministrazione finanziaria.
Fonte: Notiziario Eutekne - |